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Film impossible

Rodin e le gabbie di Bacon

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FILM IMPOSSIBLE

Film come narrazione – Film come sinonimo di pellicola
Impossible perché non credevo possibile far dialogare Rodin e Bacon
Film impossible perchè “impossible” è il brand delle pellicole a sviluppo immediato

che ho usato al Museo Rodin per fotografare le sue sculture

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Fotografia significa “scrittura di luce”
La luce descrive le cose e la fotografia le racconta

Vannozzi – dicembre 2021

Possibile. Sceneggiatura incompiuta per Bacon e Rodin
Valeria Tassinari

Pierluigi Vannozzi ha l’occhio intuitivo. Non credo sia una categoria che esiste scientificamente,
come ad esempio l’occhio clinico, l’orecchio assoluto e altre capacità di decifrazione del mondo
che ci piacerebbe avere. Si tratta, piuttosto, di un addestramento a catturare velocemente
l’essenza dell’immagine, una particolare abilità di guardare, cercando le relazioni tra ciò che si
vede e ciò che si sa.
La sua autentica raffinatezza intellettuale – alimentata dalle letture e dall’appassionata
frequentazione di mostre, musei, cinema e teatri – non basta a spiegare questa sensibilità, che in
fondo è una forma di sensualità onnivora, di sguardo intelligente e desiderante dell’artista, sempre
in cerca di rispecchiamenti in ciò che lo circonda. C’è, in lui, un felice abbandonarsi alle sorprese
del visibile ma anche una posizione di rigore concettuale, che gli impone di scegliere il filtro di
tecniche fotografiche dall’apparante aleatorietà per disciplinarsi, per darsi il tempo di ragionare
sugli effetti della visione, e per tenere sotto controllo l’impulso di mettere a nudo le cose. La
fotografia, dopo una lunga stagione di ricerca visiva fondata sulla sperimentazione radicale, per lui
ora è una procedura per sublimare la contemplazione delle immagini, una ricercatezza che
sconfina in declinazioni pittoriche; solo così, nel filtro della luce che sceglie per lui cosa trattenere,
Vannozzi si concede di cedere alla seduzione di un’estetica dagli echi antichi, e di divertirsi con il
gioco di libere associazioni, con il quale può costruire un racconto dei suoi viaggi, scegliendo
strutture narrative non convenzionali.
Il museo parigino dedicato al più passionale degli scultori non poteva non accendere l’intuizione
che lo ha portato subito al di là della visione, amplificando quel sentimento del corpo che in Rodin
pulsa sotto la pelle, come un’entità divina in un reliquiario. Negli scatti fotografici realizzati
durante la visita, spesso deviati sulle finestre per cercare i riflessi delle anatomie scolpite, tutto
diventa meno nitido e più chiaro. Il filtro della foto impone di tenersi un pochino a distanza da
quella bellezza che lascia attoniti, da quella maestria tecnica perturbante, da quel marmo dalle
seduzioni tattili, perché funziona da spazio mentale di decantazione. Ma una volta in studio, dopo
le rapide alchimie della stampa, la foto restituisce comunque bellezza, e allora è lei a prendere la
mano, a guidare verso un nuovo scenario, dove i muscoli in torsione richiamano altre immagini in
sovraimpressione, evanescenti e tuttavia potenti, di un’evidenza evocativa che non si riesce a
respingere.
L’eco erotico e disperato della pittura di Bacon, che qui è arrivato per intuizione, si è aggrappato
subito alla materia, al punto che ormai è difficile scindere i due livelli. Allora meglio tenersi tutto e
costruire una nuova narrazione parallela, come talvolta nel cinema si montano frammenti di due
storie per crearne una sola senza esplicitarne le relazioni; una storia possibile, proprio perché mai
vera.
C’è, in questa ricerca, un lavoro di rilettura critica e abbandono emozionale che coglie così bene
l’essenza di due poetiche distanti e apparentemente antitetiche da metterci di fronte alla
possibilità di pensarle insieme, in una dimensione fulminea e atemporale.

Due studi: vetrate, oggetti, strumenti, materiali sparsi, modelli.

SCENA 1
Nel primo studio il disordine è espressione di un caos interiore che non lascia tregua: horror vacui tra
barattoli rovesciati, pennelli incrostati, tubetti strizzati da anni, stracci sudici, riproduzioni strappate dai libri
di storia dell’arte e dai giornali, fotografie rovinate con rabbia e premeditazione. Sulla parete, nel casino
totale di un atlante di immagini del perturbante, tra un Crocifisso bizantino e un uomo in mutande si
riconosce “Le Penseur” di Rodin. Tra le fotografie sfregiate c’è quella di una ragazza nuda sul letto, in una
posa scomposta. Da qualche parte qualcosa sta bruciando, dentro o fuori. Lui ha gli occhi alcolici. Fuori c’è
la Londra del XX secolo, frenetica, sonora e dura.
SCENA 2
Nell’altro studio le grandi portefinestre hanno i vetri perfettamente puliti perché la luce entri più limpida.
Intorno, appoggiati con cura, ci sono schizzi, disegni, bozzetti d’argilla, modelli in gesso: sono tutte figure
umane, alcune a grandezza naturale, alcune addirittura monumentali. Sul divano una ragazza nuda cambia
spesso posizione, sta posando, ma dopo si aspetta di fare l’amore. Lui indossa una veste da camera e un
basco nero, sulla barba lunga sono rimaste incastrate piccole schegge di marmo bianco, ma non se ne
accorge. Gira intorno alla scultura da tutti i punti di vista, fino a quando la vede ammorbidirsi in un
movimento naturale. Fuori c’è un piccolo giardino borghese, incastonato nella Parigi della Belle Époque.
SCENA 3
Francis Bacon, il pittore, lavora con le mani affondate nella pasta cromatica, ne esplora le viscere, poi la
sbatte sulla tela, come frattaglie su carta da macellaio. Con il pennello scalpella, incide, striscia, scava,
sgorbia, cerca ferite d’ombra nel buio dei corpi che gridano e si torcono dentro un’immaginaria gabbia
geometrica. La gabbia inesistente è come il blocco di marmo e lui dipinge per “arte di levare”, attacca la
materia, solo che la sua è cedevole e sfatta, soccombe sotto il pennello, non è pietra resistente. Bacon il
pittore pensa che esistano solo tre grandi scultori: Michelangelo, Rodin e Brancusi. Se le sue figure sono
comprese in un cerchio, in un cubo o in un parallelepipedo, forse è perché ricorda i versi del Buonarroti:
l’idea è imprigionata nella forma e il compito dell’artista è liberarla. Ma Bacon cerca la notte. «Le forme le
perdi più facilmente nell’oscurità» – dice- e lui vuole perdersi.
SCENA 4
Rodin, lo scultore, disegna moltissimo, asseconda l’ondeggiare del vento grazie al chiaroscuro che fa vibrare
la superficie, vuole che la carezza della luce abbia lo stesso tocco fremente delle sue mani sulla carne di chi
ama. Rodin lo scultore esplora la delicata declinazione della pelle che si avvolge nell’atmosfera; il corpo è un
volume inscritto in uno spazio circolare e dinamico dentro il quale bisogna entrare per scovarlo, lo sa bene
perché ha studiato la grandezza di Michelangelo, e a Firenze ha visto tutto, soprattutto i “Prigioni”. Rodin
vive al tempo di Claude Monet ma non teme il confronto, l’”impressione” dell’attimo fuggente gli interessa
poco. Sa già che la sua arte sarà immortale, in un giorno futuro, perché non cerca l’effimero, ma l’attimo
eterno.
SCENA 5
Un uomo con una macchina fotografica entra nella stanza. La stanza è la stessa della scena 2. La luce può
fare il suo lavoro.

Valeria Tassinari, storica e critica d’arte, collabora con diverse testate specializzate.

Con grande dispiacere saluto il grande artista e amico carissimo che purtroppo ci ha lasciato nei giorni scorsi

Ciao Daniele.

Con grande dispiacere saluto il grande artista e amico carissimo che purtroppo ci ha lasciato nei giorni scorsi.

Daniele Sasson

Siena, è morto Daniele Sasson, artista di fama internazionale. Donò il suo “palio” alla Selva.
Nella giornata di ieri, è venuto a mancare all’improvviso Daniele Sasson, fotografo e artista di fama internazionale. Sasson viveva a Siena, città dove era nato nel 1945. Sasson negli anni, aveva acquisito grande notorietà ed aveva partecipato ad eventi e mostre in tutto il mondo.
L’artista ha avuto la sua fama in ambito paliesco nel 2010, quando realizzò un ‘drappellone’ in occasione del 750° anniversario della battaglia di Montaperti. Per la chiusura dell’anno contradaiolo Sasson decise di donare alla contrada della Selva la sua opera d’arte.

É morto Daniele Sasson, pioniere delle esperienze di Copy-Art e Mail-Art

Siena, 27 mag. – (Adnkronos) – Il fotografo e artista Daniele Sasson, originale protagonista di pionieristiche esperienze di Copy-Art e Mail-Art, è morto improvvisamente all’età di 76 anni. I funerali si svolti oggi nella chiesa di Sant’Isidoro di Taverne, frazione del comune di Siena. Nato a Siena nel 1945, particolarmente legato alla sua città, dove ha studiato, vissuto e lavorato, nel 2010 realizzò il drappellone del Palio in occasione del 750° anniversario della battaglia di Montaperti. Fino dagli anni Sessanta Sasson si è occupato di pittura, fotografia e allestimenti scenici collaborando in particolare alla realizzazione di scenografie per il Teatro Comunale dei Rinnuovati di Siena. Dalla fine degli anni Settanta si è interessato in particolare del linguaggio fotografico approfondendo per la propria attività creativa anche tecniche sperimentali, collaborando con giornali e riviste. Sue opere sono presenti in collezioni private italiane ed estere, altre in collezioni pubbliche tra cui l’Archivio Fotografico Toscano di Prato, il Museo Ken Damy di Brescia, il Museum fur Fotokopie di Mulheim–Ruhr, il Museo dell’Informazione di Senigallia (n), il Museo della Mail-Art del Comune di Montecarotto (An), l’Archivio della Technical University of Nova Scotia di Halifax, il Museo del Centro Cultural de la Caja de Ahorros di Valencia.Nel 1980 fondò a Siena il centro culturale “Il Prisma multimedia”, che ha svolto un’intensa attività espositiva e di proposta culturale. Dall’inizio degli anni Ottanta si dedica esperienze di Copy-Art e Mail-Art partecipando ad alcune importanti manifestazioni del settore in Italia e all’estero. Nel 1985 entra a far parte del gruppo bolognese ‘PostMachina‘ e nel 1987 organizza a Siena una manifestazione internazionale di Mail/Copy-Art. Dal 1988 ha realizzato diverse video-produzioni. Dalla metà degli anni ’90 si occupa più in particolare della produzione di immagini realizzate con tecniche digitali. Il suo libro “L’arte schiacciabottone” pubblicato nel 1988 è stato più volte fonte di studio ed inserito nella bibliografia di tesi di laurea.

Interlace 178 Show

INTERLACE 178 SHOW
work frames di
Fabio Belletti – Davide Manti – Pierluigi Vannozzi
Inaugurazione giovedì 19 Settembre 2019 alle ore 19:00
Galleria B4, via Vinazzetti 4/B (zona universitaria) Bologna
Fino al 19 Ottobre 2019. Dal martedì al sabato dalle 17:00 alle 20:00, oppure su appuntamento. Ingresso libero.
http://www.galleriab4.it

INTERLACE 178 SHOW scaturisce in piena era LCD dall’idea che le immagini che ogni giorno facciamo entrare in casa nostra dalla finestra televisiva tocchino il nostro inconscio solleticando attitudini creative. La mediazione avviene attraverso protesi tecnologiche siano essi cellulari, macchine fotografiche, filtri instagram, fotocopie e xerografie in un mix che non agevola più il riconoscimento certo della fonte – la determinazione tranquillizzante – ma fa dell’immagine-tv icona atemporale slegata dal suo essere lì ed ora o disponibile perchè rivedibile infinitamente (con i nuovi decoder satellitari). La scelta delle immagini usate ha sconfinato indifferentemente nel sociologico/politico, con l’uso ad esempio degli istanti giornalistici subito dopo il crollo del Ponte Morandi a Genova, dell’incendio in diretta di Notre Dame o di banali conferenze stampa per le recenti elezioni europee, nella psicologia per quanto riguarda le vittime di guerre africane videoriprese in fuga o attraverso racconti sconcertanti, ma anche nell’antropologia (se consideriamo i primi piani di vip riesumati in certi talk divenuti ahimè tele-bagarre). I lavori presentati citano poi, tritandoli anche nei titoli, indifferentemente, Erik Satie, Heather Parisi, soap opera coreane, pubblicità locali autoprodotte e strisce di pixel coloratissime create da CCD consenzienti. Si tratta cioè di un POP-show giocoso e combinatorio dall’interno del quale emergono come risultati, a ben guardare, frammenti trasfigurati ma riconoscibili di altri spettacoli legati al nostro “televentuale”: sceneggiati RAI, vetrine scintillanti o musei con videowall, fumetti e mostre di copy-art, assemblaggi surrealisti, frames di improbabili canali TV, Blob, sanremi e grandi fratelli. “Riesuma! Riprendi! Ricicla!” potrebbe essere lo slogan rimosso ma strisciante di questa mostra. È così che il televisuale assurge a materia prima d’arte che i tre artisti, Fabio Belletti, Davide Manti e Pierluigi Vannozzi, hanno rielaborato, rielaborano tutt’ora (come work in progress da seguire sui social: vedi #interlace178 o #tvframes) e rielaboreranno in futuro in forme di cui questa mostra rappresenta un primo punto di partenza. L’interlacciamento per questo è la metafora attraverso cui i tre artisti hanno espresso in solido i loro pensieri sul “paesaggio TV”: fino almeno agli anni ’80 l’interlacciamento era il sistema di scansione di immagini video che prevedeva la divisione del frame tv in linee orizzontali, dette semiquadri, suddivise in linee pari e dispari. Questa tecnica permetteva all’occhio umano di percepire una qualità di visualizzazione migliore. Come sappiamo, i moderni televisori sfruttano altre tecnologie ma a verifica dell’optimum raggiunto fino allora, alcuni monitor LCD possono emulare l’interlacciamento inserendo delle righe nere nel segnale (!) per avere un’idea del risultato finale che si avrà/aveva sul tubo catodico dove tutto precipita in un gorgo per essere poi nuovamente sparato nei nostri salotti.

— Galleria B4, via Vinazzetti 4/B (zona universitaria) Bologna —

Kind of Copy – Cyanotypie / Ausstellungseinladung / Exhibition

Dear Sirs and Madames,
dear friends of art and M.F.F. in the Makroscope,
We cordially invite you to the opening of the exhibition on August 22, 2019, from 7 pm to the Museum of Photocopy and the Makroscope.
As part of the “Kind of Copy” series, we will present works created using cyanotype / blueprint. We are pleased about the participating artists Tom Carpenter (Rochester / USA), Sara Förster (Bremen), Gabriele Klages (Mülheim), Sandra Krause Goméz (Berlin), Ute Lindner (Berlin) and Klara Meinhardt (Berlin)
The exhibition is open on Thursdays from 4 to 7 pm as well as by appointment and runs until 13th October 2019. We would be delighted to welcome you.
We also refer to the open cyanotype workshop that will take place during the exhibition: on Saturday, September 14, from 3 to 7 pm at the Museum of Photocopy. We ask for a short pre-registration until 6.9.2019.

Kind of Copy – Cyanotype / Blueprint

Copying did not always take place by a simple push of a button: a copy, the reproduction of something already existing, can be created by very different methods. There was and is not just one copy technique, but a multitude of them. In order to bring these different copying methods to consciousness again, to place and anchor them there, also with regard to the development of photocopy, the new exhibition series “Kind of Copy” of the Museum of Photocopy deals with the broad concept of copying.

The second exhibition in the “Kind of Copy” series is devoted to “cyanotype” – the first large-scale photographic process known everywhere as blueprint. The cyanotype was the third photographic process following daguerreotype and calotype. It uses the photosensitivity of iron salts and was invented in 1842 by the astronomer John Herschel. When exposed (usually in contact with a transparent template) the UV radiation contained in the daylight causes a change in the photosensitive substance, this becomes insoluble and by developing in water transforms to Berlin Blue, a very light-resistant deep blue dye. In the shadow parts of the original, the layer stays unchanged and dissolves in the water, creating a negative image. The cyanotype is considered a photographic fine-print method. It has been popular among artists for many decades and even today* because it is quite cheap and versatile, needs no special chemical developer or a darkroom, and last but not least because the cyanotypes are light-resistant, which is important for the sale.

As part of the exhibition, we will approach international artists* who have appropriated this and related blueprint techniques in different ways and use them for their artistic processes.

KindOfCopy_Cyanotypie-1

Pierluigi Vannozzi:

Donazione al Museum für Fotokopie, Friedrich-Ebert-Straße 48, 45468 Mülheim an der Ruhr.

Thank you so much for this great gift and conribution to the Museum fur Fotokopie’s collection. It is really incredible.
Klaus Urbons

Pierluigi, your work truly enriches the Museum’s collection! And I remember your contributions to Bruno Munari’s book from early times. To research the entire history of Copy Art in Italy would be wonderful.

Klaus Urbons

Il 25 aprile 2019 Lieve Prins è morta.

Ricordiamo questa grande pioniera della Copy Art.

Teatro orizzontale e dipinti con luce
La fotocopiatrice e lo scanner sono diventati un luogo di incontro informale e iconico negli uffici di tutto il mondo, una scatola grigia universale adatta solo per parlare in giro o oltre. Ma per più di 20 anni, Lieve Prins ha perfezionato la capacità di parlare con e attraverso questo umile dispositivo legato all’ufficio, trasformando un banale riproduttore di documenti 2-D in un mezzo straordinariamente espressivo in grado di catturare e rappresentare non solo le 3 e le 4 dimensioni ma l’essenza stessa dei sogni stessi. Quanti di noi sospettavano che questo esterno ingombrante, frustrante per operare e francamente ottuso avesse camuffato una macchina con un’anima che anela a cantare?

Il tocco – un perfetto incapsulamento della fisicità del suo lavoro – mostra che il canto lo fa al servizio dell’immaginazione terrena e cornucopea di Prins. Prins preferisce la copiatrice e il supporto dello scanner alla fotografia. “[Nella fotografia], tutto si riduce a un negativo, si perde il senso della dimensione reale del soggetto. Con la scansione della vita, tutta l’attenzione deve essere focalizzata su una parte del corpo, quindi si costruisce un’immagine di fantasia con questi parti.” È sognante, è erotico – ma calamaro fresco su uno scanner caldo o una fotocopiatrice? “Sì, puzzavano!” Dice Prins. Ma il disordine e il disagio vanno con il mezzo. “Vedo il mio lavoro come” bella tortura “. È un lavoro caldo e sporco, faccio scorrere l’acqua e avvolgo le cose in plastica, a volte devo fare dieci copie o scansioni prima di ottenere l’immagine giusta; i miei modelli [umani] sono distesi sulla schiena su una lastra di vetro caldo, che si contorcono in strane posizioni. Ma è anche gratificante per noi – con qualcosa di duro, come il parto, l’amore per il risultato si intensifica.

Nato in Belgio (1948) LIEVE PRINS ha completato l’Accademia di Belle Arti di Breda (Olanda) e ha seguito corsi di comunicazione audio e visiva presso la Film Academie di Amsterdam. È considerata a livello internazionale come una pioniera nell’arte della copia-scansione, scoprendo le possibilità inaspettate delle fotocopiatrici circa dodici anni fa “Un giorno ho visto la mano di mia figlia appoggiata su una fotocopiatrice in un grande magazzino e – bingo! al negozio con una tasca piena di cambiamenti e li ho scaricati sulla fotocopiatrice. Sono stato subito assorbito dalle trame degli abiti e della pelle che sono usciti, e inoltre ho trovato qualcosa di magico nell’affidabilità della fotocopiatrice – nessun negativo, no aspetta. “Fotocopiatrici e scanner sono particolarmente spontanei, a causa della specifica necessità di velocità in una macchina contemporanea. Trovo che ciò rifletta la rapidità della nostra epoca e cultura. Inoltre, il senso del contatto diretto con il soggetto è così speciale – non penso che i peaples aziendali comprendano quanto sia bella la sua macchina. Offre una grande opportunità per dire quello che voglio su cose che sono importanti per me: i bambini, l’amore, la vita familiare – tutto ciò che è assente dal business e dalla tecnologia. “Il suo vocabolario tecnico, sottolinea, è stato scoperto attraverso la comprensione dei suoi errori in un modo diretto, cinestetico. “A differenza della fotografia, dove se fai una foto devi aspettare almeno un’ora per le stampe, puoi correggere immediatamente i tuoi errori. Questo ciclo di azione-reazione crea dipendenza. ” Offre una grande opportunità per dire quello che voglio su cose che sono importanti per me: i bambini, l’amore, la vita familiare – tutto ciò che è assente dal business e dalla tecnologia. “Il suo vocabolario tecnico, sottolinea, è stato scoperto attraverso la comprensione dei suoi errori in un modo diretto, cinestetico. “A differenza della fotografia, dove se fai una foto devi aspettare almeno un’ora per le stampe, puoi correggere immediatamente i tuoi errori. Questo ciclo di azione-reazione crea dipendenza. ” Offre una grande opportunità per dire quello che voglio su cose che sono importanti per me: i bambini, l’amore, la vita familiare – tutto ciò che è assente dal business e dalla tecnologia. “Il suo vocabolario tecnico, sottolinea, è stato scoperto attraverso la comprensione dei suoi errori in un modo diretto, cinestetico. “A differenza della fotografia, dove se fai una foto devi aspettare almeno un’ora per le stampe, puoi correggere immediatamente i tuoi errori. Questo ciclo di azione-reazione crea dipendenza. ” dove se fai una foto devi aspettare almeno un’ora per le stampe, puoi correggere immediatamente i tuoi errori. Questo ciclo di azione-reazione crea dipendenza. ” dove se fai una foto devi aspettare almeno un’ora per le stampe, puoi correggere immediatamente i tuoi errori. Questo ciclo di azione-reazione crea dipendenza. ”

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COPY ART 2018

COPY ART on the MOVE and, COPY ART as a MOVEMENT

2018
AN INTERNATIONAL SERIES OF EVENTS COMMEMORATING THE 80TH ANNIVERSARY OF THE INVENTION OF THE PHOTOCOPIER IN 1938

1780, James WATT invented the first copying machine
1876, Thomas Edison the mimeograph.
1938, Chester Carlson the first photocopier.

List of events in chronological order:

Lyman Allyn Art Museum, New London, CT, USA,

November 4th, 2017-March 4th, 2018.
PATI HILL Show:  «PHOTOCOPIER, A SURVEY OF PRINTS AND BOOKS (1974-1983) ».

Curated by Richard Torchia,  rmtorchia@gmail.com Director of Arcadia University Art Gallery.

The Whitney Museum, New York City, USA,

November 17th-2017-March 25th, 2018

« EXPERIMENTS IN ELECTROSTATICS: PHOTOCOPY ART from the Whitney’s collection.1966-1986 ». 

Galleria d’Arte Contemporanea di Castel (Gallery of Contemporary Art of Castel) San Pietro Terme, Bologna, Italy,
March 20-30, 2018.
EDGES OF ILLUSION” Personal exhibition of Pierluigi Vannozzi, pierluigi.vannozzi@gmail.com, presented by Dr. Beatriz Belmar Escribano (Beatriz.Escribano@uclm.es,) MIDECIANT, Museo Internacional de Electrografia, Cuenca, Spain.

Albert Camus Media Library, Évry, Paris South, France.
April 3 – May 2, 2018
“KARTON SONATE” Scan Art & Photographs by Lieve Prins lieveprins@mac.com; and Sami Tableri.
This very original large format exhibition will soon be reinstalled in the center of Paris.

Maison Carrée – Museum of Contemporary Art, Nîmes, FRANCE.
May 4-September 16, 2018.
“WOLFGANG TILLMANS”. Before he was a photographer, this artist worked with the photocopier. Three of his works (large formats) were presented at the first exhibition of the Louis Vuitton Foundation in Paris in October 2014. “He refers to the photocopier as his way of getting into photography … attracted by the texture effects and the way a single sheet can mechanically turn into a meaningful object.”   

Jäggerstätter Church, Bad Isch, Austria,
21-30 May 2018,
MIXED MEDIA/CHURCH AND ART, personal exhibition by Peter Huemer, p.huemer@gmx.at, in the church containing the relics of (Franz) Jäggerstätter (b.1907, d.1943, Austrian Conscientious objector, WWll, executed then declared a martyr and beautified by the Catholic Church)                                                    

The Chic Art Gallery of Foufounes Electriques, (Foufounes Electric) Montreal, Quebec, Canada.
July 29-August 25, 2018.

“ANTHROPIE”, works made by Jacques Charbonneau from the analog process of the Xerox 6500 and thermonumerical process of the Sharp CX5000 (1982-2018). Charbonneau (artch2o@hotmail.com) is also the founder of “Center Copie Art” (Copy Art Center) Montreal in 1982.

Helio Oiticica Art Center, Rio de Janeiro, Brazil.
September 1 – October 20, 2018.
“THE BAUDOT COLLECTION” http://www.copyart.fr; Curator: Alexandre Murucci, alexandre.murucci@gmail.com, Founder and Director of the Feria of Contemporary Art ARTIGO Rio.
French collector Jean-Claude Baudot baudotjc@yahoo.fr; under the guidance of Christian Rigal, from 1979 to 1991 assembled a museum quality collection composed of 1600, for the most part, major works from approximately 400 artists worldwide. He is responsible for initiating the celebration and assembling the exhibitions and events commemorating the 80tieth anniversary of the invention of the photocopier.

CEPA Gallery, Buffalo, NY, USA. (Contemporary Photography & Visual Arts Center) http://www.cepagallery.org;
September 14th-December 15th, 2018.
“FAST, CHEAP & EASY, THE COPY ART REVOLUTION” retrospective from the 60ties to early 2000s. Leading curator Robert Hirsh, Hirsch@lightresearch.net and Klaus Urbons klaus.urbons@urbons.de, who founded the Museum for FOTOKOPY ART in Mulheim an der Ruhr, Germany (now closed.) Also at the Western New York Book Art Center http://wnybookarts.org (next to CEPA).

Announcing a worldwide news item and event. The centerpiece will be an authenticated, restored and functioning version of the FIRST “copying machine” invented by James WATT in 1780. For the first time in the world, artists will be invited to participate in Paris in an ART PERFORMANCE OF COPY ART, using this eighteenth century copier in front of the press and invited guests. (The date and place will be reported later http://www.copyart.fr baudotjc@yahoo.fr)
             
Galleria B4, (Gallery B4) Bologna, Italy.
November 3-December 16, 2018 (dates likely but to be confirmed).
“GRUPPO POST MACHINA”. (Post Machine Group) Curator Pierluigi Vannozzi was one of the original members of the group. Remounting the show is planned for this famous collective exhibition from 1984 with works notably of the pioneer/theorist Bruno Munari (co-author of the catalog), Pati Hill, Joseph Kadar, Gianni Castagnoli, Piermario Ciani, Jean Teulé etc.Top of Form

Galerie-Jardin-Communic’Art, 18 bis, rue de Gergovie, 75014 Paris, France

November 8th-December 29th 2018,

COPY ART / XEROX ART   Electrography by CEJAR  in the 80ties (alias Cejar, name: Christian Rigal)

http://www.ommunic-art.org, garcia.pablo57@sfr.fr; http://www.copyart.fr  

A first, and then in 1991 the artist left Paris and contact was lost.

The Gallery (Contemporary Art), at Talant, Porte de Dijon, France.
November 20-December 15, 2018.
“ELECTRONUMERIC GENERATIONS”, by Jean Mathiaut (jean.mathiaut@gmail.com) from a generative process that began in 1983 on analog copiers and evolved through 2018 after making a transition to digital machines. A workshop for children is planned for three days. Jean Mathiaut is a visual artist and author-publisher of books and films dedicated to Copy Art through his association “Media Nova” in the 80s and 90s. http://www.communic-art.org; garcia.pablo57@sfr.fr; http://www.copyart.fr;

Art Gallery of Rombeau, Rivesaltes, France.
December 6, 2018 – January 6, 2019.
“TRIBUTE TO CHRISTIAN RIGAL alias CEJAR”. Personal exhibition from the collection of Jean-Claude Baudot and also works created for the event he hosted at the Center Pompidou in Paris from March 26-31,1986: “PHOTOCOPIER IS NOT A COPIER.” At the height of his fame in the early 90ties, this Copy Art theoretician, curator and renowned artist suddenly left Paris without leaving an address. “That is why” says Jean-Claude,” we pay tribute to him and launch a NOTICE OF RESEARCH.” Contact Jean-Claude Baudot (baudotjc@yahoo.fr) 06 15 87 07 05.

Other events are being organized and details will be announced as they are confirmed in Germany, Belgium, Spain, etc.

A selection of works from the MIDE, International Museum of Electrography, will be presented at the University of CUENCA, Castile La Mancha, Spain, Dates to be confirmed for November 2018. Director Jose Ramon Alcala and Dr. Beatriz Escribano are mounting the exhibition. Firm dates will be announced in September. http://www.mide.uclm.es; mideciantlab@gmail.com;

Many artists’ studios will also be open: among them: Fouzia Chakour, Daniel Cabanis, Jacques Fivel, Jean-Pierre Garrault, Laurie Karp, Alain Kleinmann, Jurgen O Olbrich (Germany), Lieve Prins (Netherland), Wilfrid Rouff, Ariane Theze, Yves Yacoel. The dates and addresses in France will be confirmed later.

The Copy Art Performance using the first copier in the world invented by JAMES WATT in 1780, is being made available by the collector Jean-Claude Baudot. The demonstration and art happening will be in Paris in October. The date and place will be announced later.

Interested artists are invited to contact Jean-Claude Baudot baudotjc@yahoo.fr (France, French) and/or Judith Cushman, jcushman@jc-a.com (USA, English, French).

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